Verso la fine dell’alto Medioevo, intorno all’anno 1000, lo stile alimentare dell’Europa e dell’area Mediterranea era essenzialmente riconducibile a due ben definiti modelli alimentari, derivati fondamentalmente da due modelli di civiltà: la civiltà “Classica” e quella “Barbarica”, due civiltà contrapposte che si erano a lungo combattute.
La civiltà “classica” Greco-Romana sorta ed evoluta nel bacino del Mediterraneo, assegnava un ruolo primario alla coltivazione dei cereali, soprattutto grano, ed alla arboricoltura, soprattutto l’ulivo e la vite, affiancati da una magra pastorizia, fondamentalmente di natura ovina e caprina.
La civiltà “barbarica” Celtico-Germanica, invece, originatasi e sviluppata nelle regioni centro orientali dell’Europa, per il suo stile di vita semi-nomadico aveva una economia essenzialmente silvo-pastorale basata fondamentalmente sullo sfruttamento delle aree incolte e delle foreste, da dove traevano sostentamento andando a caccia e pesca, e raccogliendo frutti del bosco, il tutto integrato da limitata pastorizia basata fondamentalmente sull’allevamento del maiale. In questo contesto “barbarico”, la coltivazione dei cereali aveva un ruolo del tutto marginale in quanto più che alla produzione di farina per farne pane, era invece destinato alla produzione di birra, la bevanda che in quelle popolazioni sostituiva il vino.
La Dieta Mediterranea, studiata da esimi scienziati, nel secolo scorso può essere considerata la naturale evoluzione della fusione di questi due antichi regimi alimentari.